Cocktail n. 9
	Davide Ghezzo - Il tempo del serpente
Un antiromanzo che cerca di superare la forma classica, tra riflessioni personali, critica, esoterismo, fantascienza.
Stampato	ISBN 978-88-6276-093-5	15x21 brossurato	238 pagine	13,50 euro
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Dalla penombra dell’abside, sullo sfondo di un coro nerastro, emerge al mio sguardo il crocifisso. Per un attimo, tutto mi si offusca; poi è di nuovo, definitivamente, chiaro.
Al posto del Cristo, diffuso, a modo suo, lungo i quattro bracci della croce, sta inchiodato un serpente.


Mi sembrava, e mi sembra tuttora, che la narrativa di stampo tradizionale, il racconto che va da A a B, ponendosi come exemplum di una visione del mondo e dell’uomo, ponesse uno schermo, un filtro, un diaframma tra chi scrive e chi legge.
A un certo punto, magari per colpa o grazie a certe letture particolarmente cattive, ho sentito che respingevo questo elemento intermedio.
Per carità, non voglio tirare una riga su millenni di grande letteratura. Io amo la tradizione, l’antichità, e da essa provengo, anche come scrittore e saggista. E tuttavia sono un moderno. Non posso esprimermi con gli strumenti, i concetti, le immagini di chi è già morto. Devo essere al passo coi tempi.


Più che un romanzo vi presentiamo un metaromanzo, o forse un antiromanzo. Con quest’opera Davide Ghezzo cerca di superare la forma classica, che non lo soddisfa (ci soddisfa?) più, per approdare ad altro. Certo, esiste una trama, una struttura portante, dal ricco simbolismo; ma questa impalcatura è soprattutto occasione per riflessioni di vario genere, tra l’autobiografico e il critico.


Ultimo aggiornamento 2011-08-11   -   Immagine utilizzata in copertina copyright SSilver - Fotolia.com